Quando non ero più alta di un metro e frequentavo la scuola materna sotto casa mia, la maestra mi metteva sulle ginocchia dicendo "Guarda, è così che si scrive il tuo nome"...ed io rimanevo immobile, incantata, ad osservare ad occhi sgranati la sua mano muoversi delicatamente sul foglio, a formare quei segni e quei riccioli che lei leggeva "Ro-ber-ta".
A cinque anni appena compiuti, dissi a mia madre che volevo andare "alla scuola dei bimbi grandi". Quando mi chiese perché, mi venne in mente soltanto una risposta plausibile: volevo imparare a scrivere. E così, dopo cinque anni, tre mesi e sette giorni della mia vita, entrai per la prima volta in una scuola elementare.
Purtroppo era già ottobre inoltrato, e tutti i miei compagni erano già in grado di disegnare quello che allora si chiamava "il filo del telefono". Erano tante "l" in corsivo, scritte tutte di fila, senza spazi, ed io non capivo il motivo per cui avrei dovuto riempire i quaderni di segni del genere. Insomma, mi sembrava stupido. Non ero lì per disegnare fili, ma per scrivere.
"Provate l'anno prossimo" disse la maestra ai miei genitori "questa bambina non è assolutamente in grado, per il momento. Non so se lo sarà mai."
Io ascoltavo di nascosto. E sentivo la rabbia crescere dentro di me.
Per fortuna, i miei non le credettero. Mi trasferirono in un'altra scuola, ma, nel frattempo, mio padre si propose d'insegnarmi a scrivere sul serio. E lo fece. "A, E, I,..." "LA, LE, LI,..." "SCA, SCHE, SCHI,...". In due settimane, imparai tutto quello che normalmente i bambini imparavano in un anno.
Ero stata indietro rispetto a tutti, ed adesso mi ritrovavo improvvisamente avanti. E da allora, capii che volevo provarci. Volevo provare a rimanere in avanti, a scrivere come nessuno dei miei compagni avrebbe mai potuto fare.
Oggi, frequento le scuole superiori, e la scrittura non ha ancora smesso di affascinarmi.
Scrivo per tanti motivi. Scrivo per stare bene con me stessa, per apprezzare la vita, per amare e non odiare, per fermare il tempo, per riflettere, per dare un senso alle cose, per non abbandonare la speranza, per sfidare la sorte, per non fermarmi mai, per capire di cosa ho bisogno, per far uscire ciò che di buono c'è in me, per essere capace di guardarmi allo specchio ed apprezzare quello che vedo. Scrivo perchè non sono capace di smettere, perchè se non lo facessi impazzirei, perchè senza la scrittura mi sentirei vuota, così come vuota sarebbe la mia vita. Scrivo perchè amo scrivere, perchè è ciò che mi riesce meglio, perchè sono certa che sia il mio unico, preziosissimo talento, l'unica cosa che mi renda speciale in mezzo ad un oceano di cose che mi piacciono, ma che so fare solo in modo discreto.
Non so se riuscirò mai a fare di questa passione il mio mestiere. Ma, insomma, io voglio provarci. Voglio provarci perchè è la mia vita, perchè è tutto ciò che voglio, perchè se non lo facessi mi sentirei uno schifo. Voglio provarci perchè la scrittura è emozione, ed io, scrivendo, mi emoziono molto di più di quanto non faccia nella vita di tutti i giorni. Voglio provarci perchè, se ci fosse qualcuno pronto a credere in me, crescerei, imparerei, e darei sempre di più.
Certe volte penso di essere un'idiota a sperare che ciò che ho messo su carta piacerà mai a qualcuno. Certe altre, invece, penso di essere soltanto me stessa.
E se con "idiota" viene classificata una persona che crede nei propri sogni...allora sì, sono un'idiota. E sono molto fiera di esserlo.
Nessun commento:
Posta un commento